Vivere in condominio può generare spesso anche un po’ di confusione. Uno dei dubbi che attanaglia chi possiede un’unità abitativa all’interno di un edificio o ha un contratto di locazione, riguarda il corretto utilizzo delle aree comuni e l’identificazione degli spazi destinati a tutti i condomini. La legge è, infatti, molto precisa al riguardo stabilendo anche la possibilità di utilizzo delle aree destinate all’uso comune. Scopri, nell’articolo che segue, quando una parte è ritenuta comune e, se il tuo condominio necessita di un nuovo amministratore di condominio a Roma, non esitare a contattare Condominio Chiaro e richiedere una Consulenza gratuita.

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Parti condominiali di un edificio: quali sono e come riconoscerle

Le aree comuni un edificio a disposizione di tutti gli abitanti sono, a volte, scarsamente riconoscibili.

La cattiva informazione o lo scorretto utilizzo di questi spazi comuni determinano spesso dei veri e propri conflitti tra condomini, che potrebbero essere evitati con un po’ di buon senso e una maggiore conoscenza.

Per fare chiarezza, dobbiamo affermare che oltre alle zone ben indicate dal Codice Civile, un condominio può decidere in autonomia quali sono le zone da considerarsi comuni in base a quanto stabilito dal Regolamento Condominiale, senza tuttavia inficiare sul diritto di ognuno di utilizzarle.

Nonostante queste possibili eccezioni, ci sono delle parti comuni condominiali che prescindono da tutti, tra cui:

  • Il garage 
  • Il terreno in cui è situato lo stabile
  • Il cortile
  • Il tetto
  • L’androne
  • Le scale
  • I pianerottoli

Tra le parti comuni a tutti i condomini bisogna menzionare, inoltre, tutti gli impianti di gestione del gas, la rete fognaria e le zone in cui sono installate le caldaie.

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Limiti imposti dalla legge: cosa si può e non si può fare nelle aree comuni

Il Codice Civile è molto chiaro circa la possibilità di utilizzo degli spazi considerabili di uso comune.

Nelle parti comuni di un condominio, infatti, ciascun condomino può utilizzare in egual misura e modo lo spazio a disposizione. Ciascun abitante dell’edificio, quindi, può disporre a pieno delle aree comuni, a patto che garantisca a tutti gli altri condomini la possibilità di fare lo stesso.

Secondo quanto stabilito dalla legge, l’uso è garantito a patto che non vi siano attuate modifiche personali o si limiti la libertà degli altri condomini. 

Oltre a specificazioni circa il corretto utilizzo di queste aree, il Codice Civile all’art. 1118 chiarisce come le parti comuni condominiali prevedano per tutti i condomini anche obblighi uguali. Nessuno può, infatti, esimersi dal pagare la propria quota per i lavori di riparazione delle parti comuni come quelle necessari a causa dei danni per infiltrazioni d’acqua. 

Identificare le parti comuni condominiali significa, quindi, conoscere i propri diritti e doveri circa il corretto utilizzo di queste aree, nonché gli obblighi che spettano a ciascun condomino.

Per quanto, infatti, ogni persona con un’unità abitativa nello stabile ha il diritto di utilizzare le aree comuni senza occuparle o apportare modifiche personali, è anche vero che ha l’obbligo di rispondere a tutte le spese di gestione o ristrutturazione delle stesse.

Oltre alle zone comuni identificate dal Codice Civile, i condomini possono decidere tramite Assemblea di apportare ulteriori modifiche alla definizione delle stesse, purché sia la maggioranza a decidere.