La necessità di parlare di legalità, quando si parla di chiusura dei balconi, nasce dal fatto che chiudere degli spazi, anche se si tratta di un bene di proprietà, può riguardare anche interessi altrui, come quelli di un condomino. La chiusura balcone in condominio, senza autorizzazione, può comportare problemi a livello legale, amministrativo ed anche penale. In una città grande come Roma, spesso si creano situazioni di forte disagio e controversie varie proprio per la chiusura di un balcone non comunicata, oppure, senza autorizzazione. Il nostro studio è esperto nella gestione di condomini da moltissimo tempo: sappiamo perfettamente quanto sia facile il verificarsi di situazioni spinose come queste ma, sappiamo anche come sia facile agire nella legalità per chiudere il balcone della propria abitazione. Nel dettaglio un nostro collaboratore, esperto amministratore di condominio a Roma, vi spiegherà come agire senza incorrere in sanzioni.

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Cosa significa chiudere un balcone e realizzare un veranda

Per legge, la veranda è uno spazio coperto, chiuso ai lati da superfici vetrate, oppure, trasparenti e impermeabili, con caratteristiche di balcone, terrazza o portico. Le superfici possono essere apribili in modo parziale, oppure, totale.

Verandare significa dunque chiudere un balcone con delle vetrate ed è possibile farlo seguendo alcuni importanti accorgimenti.

Chiusura balcone in condominio: il regolamento condominiale

Innanzitutto, nel rispetto delle regole civili e comuni di convivenza, all’interno del palazzo in cui abbiamo l’abitazione, bisogna sempre informare il condominio e i suoi componenti della nostra intenzione di procedere con queste modifiche.

Va fatta questa premessa perché, spesso, l’impedimento maggiore che si trova nella chiusura dello spazio adibito a terrazzo, è proprio il mancato consenso dei condomini.

Non si fa tanto riferimento alla loro opinione in merito ma alla loro possibilità di appellarsi al “decoro architettonico” per impedire i lavori o far ripristinare il balcone a lavori conclusi.

Infatti, un intervento di chiusura balcone, anche se di proprietà privata, riguarda l’intera facciata dell’edificio e, pertanto, coinvolge tutti i condomini che vi abitano.

Il tipo di materiale con il quale vengono realizzati i lavori non garantisce questo decoro: la chiusura balcone in PVC o la chiusura balcone in alluminio, infatti, anche se non alterano l’immagine, potrebbero comunque creare una disarmonia a livello globale del condominio, determinando un motivo valido per cui i condomini possano opporsi alla realizzazione dei lavori di chiusura balcone.

Per questo motivo è sempre opportuno e consigliabile chiedere ed ottenere un consenso scritto di tutti i condomini: si eviteranno possibili contestazioni future.

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La richiesta al Comune

Oltre all’approvazione in assemblea, ogni lavoro di chiusura balcone deve essere autorizzata dal Comune dove l’immobile è collocato. Infatti, prima di iniziare qualsiasi opera è necessario richiedere la licenza edilizia.

Quando viene chiuso un balcone per creare una veranda, si attua una vera e propria nuova costruzione. Con essa, infatti:

  • viene aumentato il volume dell’appartamento
  • si modificata la sagoma dell’edificio

Dunque, ogni progetto richiede valutazione e rilascio di un relativo titolo edilizio: senza permesso di costruire, si esercita un abuso edilizio che, a sua volta, determina la demolizione di ogni lavoro effettuato.

Incentivi ai lavori di chiusura balconi

Anche per l’anno 2020, lo Stato Italiano ha previsto delle detrazioni per chi effettua acquisti e lavori di installazione di pannelli per la chiusura dei balconi e realizzazione veranda.

Tuttavia, ogni lavoro deve essere svolto nell’ottica di risparmio energetico. Solo in questo caso, si potrà beneficiare di una detrazione pari al 50% della spesa totale.