Inquilino e amministratore di condominio, possono essere la stessa persona? Capita spesso, infatti, che all’interno di alcuni condomini vi abitano persone che come lavoro svolgono le funzioni di amministratore di altri condomini. E’ preferibile affidarsi a chi si conosce e vive nel condominio stesso, oppure, ad un amministratore di condominio a Roma esterno? Nel testo che segue daremo risposta alla molte domande che sorgono quando si pensa ad un inquilino del proprio stabile come amministratore dello stesso e a come la legge definisca il rapporto tra inquilino e condominio.

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I soggetti che prendono parte al condominio

Prima di rispondere alle domande sopra avanzate, vedremo brevemente chi sono i soggetti di questo rapporto e quali diritti e doveri hanno.

Il condominio

Il codice civile non ne fornisce una definizione: tuttavia, un fabbricato diviso in appartamenti, con almeno due proprietari diversi, può definirsi condominio.

Il condomino

È il soggetto proprietario di uno o più appartamenti facenti parte del condominio.

L’inquilino

È l’affittuario, ovvero, colui che ha stipulato un contratto di locazione e conduce l’appartamento.

Rispetto al proprietario, inquilino e condominio hanno un rapporto diverso. Infatti, la partecipazione alla vita condominiale spetta principalmente al locatore dell’appartamento, il locatario, e l’inquilino ha un ruolo marginale, potendo partecipare alle decisioni soltanto quando afferiscono questioni relative a riscaldamento e condizionamento condominiale.

L’amministratore di condominio

L’amministratore è una figura giuridica ed è l’organo esecutivo del condominio. Viene eletto dall’assemblea condominiale, rappresenta i condòmini ed è responsabile delle parti comuni.

Gestisce, inoltre, la vita condominiale dal punto di vista fiscale e normativo. I suoi compiti sono descritti negli articoli 1129 e 1130 del c.c. ma in linea di massima possiamo elencare:

  • la gestione dell’edificio
  • il controllo sulla manutenzione e l’integrità delle parti comuni
  • il pagamento per i servizi necessari al condominio
  • la verifica del rispetto delle regole condominiali
  • l’esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea
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L’inquilino può fare l’amministratore del condominio in cui vive?

Il legislatore ha stabilito che la nomina dell’amministratore è obbligatoria quando i condòmini siano in numero superiore a otto.

Esistono due tipi di amministratore, quello esterno e quello interno:

  • l’amministratore esterno: è un professionista, anche non laureato, che però ha frequentato un corso di formazione e possiede tutti i requisiti richiesti dalla legge. Viene nominato dall’assemblea condominiale o, in alternativa, dal tribunale se l’assemblea non vi provvede
  • l’amministratore interno: in questo caso l’organo esecutivo del condominio viene scelto tra uno dei condòmini intesi come proprietari degli appartamenti facenti parte del condominio. Anche l’amministratore interno deve essere eletto dall’assemblea e, al pari di un amministratore esterno, deve rispondere di requisiti previsti dalla legge.

Inquilino e amministratore di condominio

In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, inquilino e amministratore di condominio sono due figure incompatibili: l’inquilino, come conduttore di una delle abitazioni non può assumere, secondo il legislatore, la carica di amministratore interno.

Una delle motivazioni può essere ricondotta al fatto che tra inquilino e condominio possono nascere dei conflitti che indubbiamente saranno meglio gestiti da un professionista esterno perché al di fuori di tutte le dinamiche condominiali.